Standard Division

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La Standard è la division “intermedia” del tiro dinamico sportivo. Da sempre legata al calibro .40, che consente di gareggiare con punteggio Major, ultimamente trova consensi anche in 9mm dove, nonostante la riduzione di punteggio, risulta divertente ed una buona alternativa alla affollatissima Production division, utilizzando però un’arma con specifiche tecniche nettamente superiori.

La base meccanica 1911/2011 consente tantissime interpretazioni, lasciando la possibilità al costruttore di delinearne il comportamento in base alla configurazione delle componenti utilizzate, al timing della meccanica, ai tempi di chiusura ed ai vettori di scarico delle energie. Su queste basi, grazie anche agli ampi margini di lavoro concessi dal regolamento, dove gli unici limiti sono dimensionali (ottiche e compensatori non consentiti), è possibile creare degli “attrezzi” con strutture dinamiche notevoli, fusti di vari pesi e configurazioni, alleggerimenti delle masse in movimento più o meno esasperati e canne di varie misure e tipologie.

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La costruzione delle Standard parte da fusti grezzi, competamente ricavati dal pieno in acciao al cromo molibdeno, senza guide di scorrimento, forature principali e ramp cut. I carrelli, sempre di nostra produzione, sono costruiti cercando di ottimizzare le fasi di lavoarazione in modo da privilegiare l’assialità e il centraggio delle guide di scorrimento in relazione al foro canna. Da queste basi è possibile realizzare l’accoppiamento di fusto e carrello massimizzando la linearità di scorrimento, ed il rapporto tra pieni e vuoti delle guide può essere scelto in base alla configurazione dinamica di progetto dell’arma.

Una volta creato l’insieme fusto e carrello, si procede al montaggio del cuore dinamico dell’arma ovvero la canna, la cui configurazione di movimento definirà in buona parte il comportamento della pistola finita. Operazione considerata da molti come un semplice montaggio, in realtà nasconde un grande numero variabili, il cui incrocio consente di dare una vera e propria personalità alla pistola finita.

Il rapporto tra lunghezza di canna, peso della stessa, configurazione carrello e fusto possono cambiare in maniera radicale il comportamento dell’arma a fuoco.

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La linea di mira vuole essere il più bassa possibile, pertanto la configurazione flat-top è d’obbligo su un’arma da gara, con eventuale lavorazione antiriflesso o zigrinatura di presa; salvo richieste particolari la tacca di mira è a standard Bo-Mar “vero”, con vite che morde direttamente nel carrello, e fresatura dedicata per consentirne l’abbassamento completo in fase di prova nella scatola dimensionale. Il mirino che utilizziamo prevalentemente è di nostra produzione, con inserto in fibra ottica, la cui larghezza viene concordata in base a necessità e gusti del cliente.

Le fresature estetico-funzionali vengono realizzate per ottimizzare le manipolazioni in condizioni di gara, dando primaria importanza a quelle anteriori, ma lasciando anche degli intagli posteriori per eventuali estrazioni di bossolo in caso di necessità. Lo stile viene in ogni caso concordato con il cliente in fase di progettazione dell’arma, tenendo in considerazione peso e bilanciamento del carrello in fase di ciclo.

Il rapporto tra la massa in movimento (carrello ed in parte canna) e quella di controllo effettivo (gruppo fusto-impugnatura-minigonna), con particolare attenzione alla posizione del baricentro di entrambe, può cambiare di molto il comportamento a fuoco della pistola.

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Da quest’anno utilizziamo quasi esclusivamente impugnature in acciaio, anche queste di nostra produzione, realizzate volutamente lisce, per essere lavorabili in base alle necessità, e successivamente rifinite con un grip integrato nella finitura, per avere la possibilità di adattarle in base alla mano del tiratore e, molto importante, in base al profilo che si intende andare a dare alla parte posteriore dell’impugnatura, al fine di ottenere il giusto rapporto tra inserimento nella pistola e chiusura nell’undercut e parte anteriore della stessa.  Le sicure dorsali anch’esse di nostra produzione, sono volutamente create maggiorate per potersi adattare ai diversi profili possibili.

Al termine delle lavorazioni sui componenti principali si procede al montaggio ed attagliamento delle parti secondarie quali sicure, hold-open, minigonna, espulsore ed estrattore e alla profilatura dell’insieme. Ogni singola parte, scelta in base alle esigenze del tiratore, deve essere adattata per lavorare in armonia con l’insieme delle componenti, per evitare contatti anomali e punti di stress, successivamente raccordata al resto della meccanica, al fine di ottenere i giusti profili di ergonomia.

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La posizione e profilatura del grilletto, in accordanza con i tempi di scatto corretti quali precorsa, collasso e reset, posizionati in relazione al valore di reach inserimento nella dorsale e dimensioni delle mani del tiratore, risultano più importanti della effettiva leggerezza del peso di svincolo del cane.

Al termine di questo lungo percorso, in cui la tipologia di componenti di cui è composta, insieme di tolleranze, lavorazioni e dettagli, porta ad avere un esemplare unico, con una sua “personalità” definita, si può procedere con la fnitura dell’arma.

Contando la destinazione race dell’arma, come prodotto di finitura la nostra sceta è ricaduta sul Cerakote, che (come spiegato nella pagina “lavorazioni”) grazie alla bassa temperatura di applicazione, consente di ridurre al minimo lo stress termico e strutturale delle parti, oltre ad offrire un buon supporto per i prodotti di lubrificazione che consigliamo di usare sulle nostre armi.

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A questo punto non resta che montare il tutto e, dopo aver controllato tutti le parti in movimento e le sicurezze, andare a provarla…

Se siete arrivati a leggere fino a questo punto… Innanzitutto GRAZIE… Per il tempo che ci avete dedicato.

Nel caso abbiate ancora domande o vogliate approfondire il discorso siamo a vostra disposizione.


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