In questa pagina troverete alcuni mini articoli su curiosità e tecnica armiera e le novità più importanti che intendiamo condividere con voi.

Se cliccate sulle foto le vedrete in alta risoluzione


Facciamo il montaggio di prova delle nuove sicure… Le abbiamo disegnate sulla base delle nostre esperienze di costruzione e preparazione degli ultimi 10 anni, un paio di sicure ambidestre adattabili alla maggior parte delle esigenze possibili e personalizzabili in base alle caratteristiche delle mani del tiratore. Interamente ricavate dal pieno in 17-4 sono delle componenti create appositamente maggiorate nei punti chiave. L’appoggio per il pollice è appositamente più largo e con doppia inclinazione per essere adattato sia per tiratori con dita lunghe che con mani molto piccole. In fase di montaggio si potranno rimuovere le porzioni in eccesso per adattarle al meglio. Sono fatte esattamente simmetriche sia per tiratori destri che mancini. A breve la serie definitiva. Vi faremo anche dei video di spiegazione e montaggio.

Questo succede quando chi fa il lavoro non ha alcuna conoscenza dei materiali e dell’uso che si fa di una pistola: Browning HP in .40, finitura gun-kote, matricola incisa sottile solo sulla vernice e con uno spessore del tratto insufficiente. Appena la vernice si consuma o se è necessario fare una riparazione che comporta la rifinitura del pezzo la matricola diventa immediatamente illeggibile. Io metterei una specifica di profondità minima di incisione dei marchi e dei segni distintivi che un arma deve avere. Sulle mie pistole incido tutto con almeno 3decimi di millimetro di profondità e prima delle finiture. In modo da evitare casi come questo anche dopo anni di utilizzo. Nella pistola in questione per fortuna la matricola è riportata anche sulla canna e quindi rientra ancora nelle specifiche imposte dall’art.9 della 110, che impone la matricolazione su almeno una parte fondamentale visibile senza l’ausilio di attrezzi.


Ogni tanto sparare con il .45 fa piacere, è un calibro molto istruttivo, richiede controllo ed esperienza ma ti ripaga con una precisione assoluta e delle sensazioni che pochi altri calibri ti riescono a dare.
La basse pressioni di esercizio ti consentono di avere una presa morbida sull’arma, ma i kgm alla bocca ti richiedono comunque un ottimo controllo nella fase di ciclo.
Ho costruito la pistola con l’idea di mixare uno stile classico con le ergonomie e le tecniche moderne, quindi abbiamo una linea pulita con gli intagli solo posteriori e un top a freccia, in combinazione con un undrecut e una dorsale moderni che consentono di massimizzare il controllo e l’inserimento della mano nella pistola.
Mirino in fibra e tacca artigianale con U-notch sono una combinazione atipica, ma la buona definizione dello squadro del mirino e la visibilità della finestra consentono letteralmente di accorciare le stecche delle carte a 15 metri (ho i testimoni).
L’abbiamo provata con delle cartucce che secondo me non erano il meglio possibile per lei, perchè commerciali con un propellente troppo aggressivo, che portava troppa pressione residua in volata, che non hanno consentito di sfruttare il bilanciamento della canna bull barrel, e l’assetto che avevo scelto, nel migliore dei modi, facendola saltare un po’ nella prima fase del rinculo, ma il comportamento di fondo è sempre quello: neutro nel riallineamento e morbido in mano grazie alle quote di impugnatura custom.
In memoria di una brava persona Ciao Max

Il lavoro sulla HP continua… Dopo esserci dedicati al fusto siamo passati al carrello. Anche qui è stato necessario aggiungere del materiale perchè la fresatura originale era troppo profonda e la tacca Heine non avrebbe avuto l’appoggio corretto. Una volta riempita la coda originale, si passa in fresa dove bisogna realizzare la sede per la nuova tacca di mira: Creare il piano d’appoggio, la sede per la parte posteriore e la coda di rondine per l’incastro vero e proprio. I residui della saldatura rimasti si riprendono a mano riportando i profili in piano. Dato che su un lavoro del genere lasciare una piastrina percussore MIM equivale ad una scomunica da parte del Buggini e che stiamo adattando una tacca da 11 ad una HP, cosa che richiede di sacrificare un po’ di tacca per lasciare posto al cane per andare in percussione, ho preferito ricostruire una firing pin stop su misura per copiare lo spazio lasciato dalla fresatura nella tacca e chiudere a dovere il gap. Per il mirino è bastato livellare il piano d’appoggio sul round top e sfruttare la coda di rondine originale.
Ora bisogna raccordare la giunzione posteriore di fusto e carrello e possiamo iniziare a chiudere il lavoro.

Dietro ogni lavoro c’è una storia… E dietro a questa pistola c’è molto lavoro: per iniziare a raccontarla dobbiamo tornare indietro qualche anno a circa metà del 2019 dove, dopo quasi dieci anni di lavoro, ero finalmente riuscito a trovare una certa stabilità produttiva, avevo trovato dei buoni canali per avere i semilavorati, conoscevo lo standard, i materiali e avevo messo a punto un buon sistema di lavoro per creare delle armi che lavorassero come volevo. Peccato che proprio in quel periodo è arrivata la notizia della chiusura di STI ed il mercato ha preso una piega completamente diversa, non c’era più sovrabbondanza di componenti sul mercato e quelli che c’erano erano principalmente cast: fu così che una canna di qualità da 180 dollari passò a 260 e per averla siamo passati dal mese scarso ai quasi otto mesi di attesa. E questo è solo un esempio. Vabbè io avevo un po’ di scorta di pezzi nell’armadio e nel frattempo avevo il tempo di sviluppare e produrre le mie parti. Così arriva il 2020 e con lui un anno di difficoltà per tutti… il primo giorno di lock down ho ritirato il prototipo del mio primo carrello, per poi passare due mesi senza poter neanche mettere piede in officina. Con le riaperture abbiamo ricominciato, ma la scorta nell’armadio piano piano si è esaurita e siamo arrivati al 2022 senza neanche accorgercene. Due anni di lavoro, di sviluppo e test, fatto di continui problemi, fai fare un utensile… un mese di attesa, serve il materiale … un mese, devi cambiare una quota o fare una prova… un mese. Per fare un arma da zero ci va tempo, ogni parte deve essere studiata, vista, testata, corretta, trovato lo standard costruttivo, per ogni singola parte le quote le scegli tu, il design, le ergonomie… Provando e correggendo. Questa pistola è fatta con pezzi di prova, scartati per problemi estetici o quote da correggere. Ma sono proprio questi pezzi che ci hanno consentito di migliorare la qualità, creare un nuovo standard e fare delle pistole che solo chi le ha provate sa quanto siano diverse dalle altre… Ma questa è un altra storia… per ora benvenuta VampireGuns001, la conoscerete strada facendo.


Prosegue il lavoro sulla Browning… La dorsale ha preso forma, ci sono volute parecchie ore di levigatura, da quella a nastro da banco, passando per quella manuale e mancano le molette abrasive morbide per togliere le righette di lavorazione. La Browning è una pistola con delle soluzioni tecniche molto interessanti, di una semplicità concettuale disarmante, un esempio: la leva di collegamento tra grilletto e sear ha anche la funzione di sicura al percussore. Paga un ergonomia non ottimale che richiede lavorazioni importanti per essere migliorata e, nonostante le lavorazioni continua a non avere tra le migliori impugnature, troppo squadrata davanti e dietro. Ignorata da molti e raramente presa in considerazione come alternativa alle semiauto più moderne, trova ormai vita in una ristretta cerchia di utilizzatori che ne apprezzano le qualità e la storia e che considerano quelli che per molti sono difetti, delle caratteristiche irrinunciabili per la più moderna tra le classiche.


Ritorno al passato… Stamattina mi è capitato di lavorare su questa P80, una semplice messa a punto, ma devo ammettere che quando il cliente l’ha tirata fuori dalla custodia sono tornato indietro alle prime Glock che mi sono passate per le mani. Sono solo simili, cose che senti solo quando le hai prese in mano entrambe: polimero è più rigido, la finitura del carrello è moderna anche se simile, il blocchetto interno è diverso dalle gen1 e tanti piccoli particolari sono quelli delle ultime generazioni. Ma il fascino è esattamente quello delle prime plasticone, l’impugnabilità è diversa da quelle di oggi un po’ più ciccia e meno grippante, quasi scivolosa, lo scatto con connettore standard vecchio tipo con un wall deciso e definito. Una pistola che va presa per quello che è: un ricordo di quello che è stato e della storia che, al di fuori di ogni dubbio o critica, ha fatto in questi anni; non va stravolta, stipplata o accessoriata, ma usata pensando agli anni in cui questo mondo creava le basi di quello che stiamo vivendo oggi. Per lavorarci e creare una pistola custom come si deve prendete pure una gen5 normale, Io infatti mi sono limitato a mettere a punto i tempi di scatto e darle quel minimo di preparazione interna che in fabbrica non possono dare ad ogni pistola.


Una delle pistole di maggior successo degli ultimi anni: l’ho vista e seguita dalla sua presentazione, sembrava difficile creare una pistola migliore e più prestazionale della precedente SP-01 ma, alla fine, mission accomplished. Rispetto alla SP-01 è più pesante e più appruata, il resto della meccanica è praticamente identico, ricalcandone i pregi grazie all’ottimo posizionamento della molla del cane e allo scatto che era già il riferimento tra le production sa-da out of the box. Come ergonomia e bilanciamento continuo a preferire la SP-01, infatti con la Shadow2, per avere un bilanciamento ottimale, consiglio il montaggio di guancette in ottone che riportano il baricentro ad una centralità quasi perfetta. Lo scatto per eccellere necessità esclusivamente di un settaggio di molle più indicato per usi da gara e una messa a punto dei tempi di lavoro della meccanica quali svincoli di singola e doppia e messa a punto del riaggancio del grilletto dopo la disconnessione. Continueremo a parlarne, magari con un video dedicato…


Una 92x performance non optic ready può diventarlo? La risposta è sì. Basta un piastrina dedicata, una fresa, gli utensili giusti e un po’di bestemmie. Si perché fresare l’acciaio fuso che fa “Chips”, forarlo e filettarlo M3 inevitabilmente qualche bestemmia te la tira fuori. Come sempre quello che conta nel risultato è quello che non si vede: della fresatura conta avere i risalti della piastrina a contatto con le superfici posteriori degli scassi nel carrello, delle viti conta mettere quelle buone che abbiano il giusto coefficiente di durezza, dei filetti conta rimuove bene le bave e controllare che il percussore scorra a dovere. Avere un buon ingaggio dove la piastra abbia la giusta interferenza sul carrello e usare il frenafiletti giusto, senza farlo colare nella sede del percussore… Il resto lo vedete nelle foto.

Lo shop non è ancora attivo. Ci stiamo organizzando per ordini e spedizioni, a breve sarà possibile ordinare. Per urgenze ci trovate in laboratorio. Ignora

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